C’è una pellicola ritrovata, Bologna dicembre 1964. Siamo alla Fiera di Santa Lucia, Guccini ha ventiquattro anni, un eskimo addosso e uno sguardo che ancora non conosce il disincanto. Accanto a lui c’è Roberta Baccilieri. La prima moglie, la prima vera ferita.
Camminano insieme, stretti nel freddo di un’epoca che non sa ancora come chiamarsi. Lui con quell’eskimo che non è ancora simbolo, ma solo povertà. Lei, elegante, col quel cappotto che lo metterà, sapremo dopo, un po’ in imbarazzo. Eppure stanno insieme, senza sapere che la loro storia diventerà strofa.
Quando Guccini canterà Eskimo, vent’anni dopo, ci saranno già dentro tutte le crepe. Il ricordo di un amore fatto in stanze spoglie e letti di fortuna, con l’erba che cresce solo nei racconti degli altri. L’orgasmo imparato tardi. Il cinema pagato da lei, “stupita, e non ti era toccato farlo mai”. Le discussioni su Dio, su Marx, sull’LSD raccontato da Londra.
Ma soprattutto ci sarà quella nostalgia che ti viene solo quando non puoi più rimettere insieme niente. Quando puoi solo raccontarlo.
Il video amatoriale di Oreste Baldi non è solo un frammento di memoria. È la canzone che si fa carne, prima della musica, prima della malinconia, prima del disincanto. È la prova che quel passato è esistito davvero, non solo nei versi. Roberta esiste. Lo guarda sorridente. E in quello sguardo c’è già tutta la tenerezza, la distanza, l’incomprensione. Tutto quello che lui poi scriverà, anni dopo, “facendo quel che posso”, come sempre.
E c’è qualcosa di tremendo e bellissimo in quella scena.
Perché a vent’anni è tutto ancora intero.
Perché a vent’anni è tutto, chi lo sa.
Di seguito il video di Oreste Baldi, girato per raccontare il Natale di Bologna nel 1964 e ritrovato dalla Fondazione Home Movies-Archivio Nazionale del Film di famiglia di Bologna.
Guccini lo trovate circa a 1:10