Non aspetto un tramonto sul mare,
o l’onda armonica di un paesaggio,
o un gran tormento,
per scrivere una poesia.
La poesia è
nel volto delle persone che incontro per strada,
nei movimenti rapidi e sinuosi delle ragazze dietro al bancone,
negli ulivi contorti piantati al centro commerciale,
nella coppa piena di tarocchi sulla mia credenza,
nella coraggiosa tenacia dei ciclamini sui balconi,
nella vasca dei pesci rossi scodinzolanti,
fra i tasti del mio pc,
nei sentimenti semplici.
Lieve, quotidiana e mai banale.
Ogni paesaggio merita una poesia.
Anche il guardrail fissato nell’asfalto ai lati dell’autostrada merita la sua poesia.
Non spuntano i trifogli forse ai suoi piedi?
Non fa capolino il fico l’india alle sue spalle?
Non tinge forse l’aria di rosa, il sole che tramonta sullo sfondo?
Il bello che ci circonda non può restare in silenzio.
Ci urla tutto attorno, bisogna solo ascoltarlo.
Una frequenza universale
a cui tutti noi ci dovremmo sincronizzare
e insieme ad essa vibrare.