Ieri sera ho avuto il privilegio di essere ospite dell’Associazione Culturale Palazzo Ricordi, un luogo che incanta appena varcata la soglia, ma la cui storia è un intreccio profondo di bellezza e delusione. Ho conosciuto Ugo Fracasso, l’uomo che ha dato forma e anima a questo spazio straordinario, e oggi voglio raccontarvi la sua vicenda. Una storia che sembra contenere almeno cinque vite.
Originario di Casarano, Fracasso ha lasciato la sua terra con il desiderio di esplorare il mondo. Ha lavorato nella ristorazione di alto livello tra Germania, Svezia, Svizzera, Francia e Norvegia. A Berlino ha coronato il suo sogno, aprendo il ristorante “Ugo”, dove ha unito la cucina della tradizione meridionale italiana con le influenze raccolte nei suoi viaggi. Il locale è diventato un punto di riferimento per l’élite culturale e artistica, frequentato da figure del calibro di Pavarotti, Karajan, Abbado, Ricciarelli, Domingo, Sinopoli. Ha sostenuto giovani artisti del collettivo Riuniti Artisti Berlinesi, dando loro visibilità e spazio.
Rientrato in Salento dopo decenni all’estero, Fracasso ha investito tutto per ristrutturare un palazzo storico a Gemini, frazione di Ugento. Così è nato Palazzo Ricordi, un’elegante dimora trasformata in centro culturale: albergo, ristorante, spazio per concerti e teatro, immerso in un giardino profumato, a pochi chilometri dal Mar Ionio.
Qui ha organizzato serate di musica lirica e, più recentemente, ha ospitato il Concerto per Viktoriia e Marlies — un evento toccante dedicato a due donne scomparse, compagne di vita di artisti geniali, tra cui lo stesso Fracasso. Un concerto-performance tra musica, pittura e memoria, a cui hanno partecipato anche i figli del pianista russo Ivan Banderblog. Un’iniziativa vibrante, di rara sensibilità.
Eppure, nonostante la bellezza del luogo e la qualità delle proposte culturali, la storia di Palazzo Ricordi non ha avuto un lieto fine. L’ostilità del territorio — una diffidenza che troppo spesso accompagna chi torna da lontano con idee nuove e spirito cosmopolita — ha lentamente soffocato il progetto. Fracasso si è trovato a combattere contro un ambiente chiuso, poco incline al confronto, che ha visto in lui più una minaccia che un’opportunità. Il Palazzo oggi resta come un testamento solitario di un sogno vissuto fino in fondo, ma lasciato senza eco.
Alla fine della serata, ho avuto l’onore di cenare con lo stesso Ugo, chef di fama internazionale, che ha cucinato per presidenti, artisti, personalità di spicco in tutto il mondo. Seduto al tavolo con lui, tra piatti che raccontano viaggi e ricordi, ho capito che l’esperienza che si vive al Palazzo Ricordi va ben oltre ciò che si può vedere. È una lezione sul prezzo della bellezza, sulla forza della visione, ma anche sulla durezza di certi ritorni.
Palazzo Ricordi non è solo un luogo. È una storia che merita di essere conosciuta.














