“ON WRITING” – Giornata con l’autore: Monica Messa

Domenica scorsa sono stata ospite di un’intervista sul gruppo Facebook “Caffè Letterario“. E’ stata un’esperienza entusiasmante mettersi in gioco e rispondere a tante domande. Vi riporto il testo dell’intervista perché può aiutarvi a capire chi sono, cosa sono e perché sono 🙂

Buon divertimento.

Monica M.

 

Carissimi ospiti, buona domenica! 🙂
Come sapete, ogni domenica, dalle 15 alle 19, Caffè Letterario presenta uno scrittore/scrittrice ospite del nostro salotto, per far conoscere le proprie opere tramite le nostre/vostre domande.
Oggi presentiamo Monica Messa, una simpatica e frizzante scrittrice che ci parlerà del suo percorso letterario rispondendo alle domande che le verranno poste.

Sono nata a Monopoli, il 6 Novembre 1974, con ben 15 giorni di ritardo, perché sono sempre stata pigra.

La parola “ispirazione” me la mise in testa per la prima volta mia nonna, quando ancora frequentavo le scuole elementari.

La cercai sul vocabolario (a quei tempi Google non c’era) e pensai che ogni tanto pure io ce l’avevo, l’ispirazione. Quindi cominciai a buttare giù quel che mi veniva in mente, dove e quando capitava, andando a capo quando mi sembrava che il concetto lo richiedesse. Poi declamavo quei versi ai miei genitori e a mia nonna e loro pazientemente mi ascoltavano, annuendo.

A un certo punto della mia vita, in un momento di estrema onestà intellettuale, pensai che al mondo c’erano già fin troppi scribacchini e che, se quello che scrivevo non aggiungeva niente di nuovo, sarebbe stato meglio tenerlo per me. Quindi, chiusi i miei componimenti in una scatola vuota di cioccolatini al cocco e mi laureai in Informatica.

In realtà, per un periodo avevo pure pensato di iscrivermi alla facoltà di Filosofia, ma feci la scelta che mi sembrò più conveniente in quel momento e non me ne pento affatto.
In fondo, l’informatica è una declinazione della filosofia con altri mezzi. Studiando e cercando di comprendere con fatica i teoremi e le teorie di matematici e logici quali Boole, Hilbert, Gödel, quelle materie che credevo aride e tostissime per la mia formazione di ragioniere programmatore, lasciavano intravedere i “silenzi in cui le cose, s’abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l’anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità.” (non è un matematico, è Montale).

E mi rendevo sempre più conto che poi alla fine tutto converge: matematica, fisica, logica, informatica, filosofia, letteratura, sono tutti strumenti per descrivere, trattare, analizzare e studiare “La vita, l’universo e tutto quanto” e che, sì, la risposta alla domanda fondamentale è 42, ma questa è un’altra storia.

Ma non ho solo studiato in quel periodo, ho letto, ho giocato ai videogames, tanto, ho frequentato alcuni newsgroup (i social dell’epoca), ho anche pubblicato qualche articolo freelance e, udite udite, sono riuscita a scovare uno sciroccato uguale a me, ci siamo innamorati e, finiti gli studi, ci siamo sposati.

Abbiamo messo al mondo due povere creature, che cerchiamo di tirar su il meglio che possiamo, nonostante gli impegni e le nostre imperfezioni congenite.
In tutti questi anni, fra alti e bassi, non ho mai smesso di buttare giù qualche verso.
Col tempo, ho tirato fuori la scatola di cioccolatini al cocco e ho ricopiato le poesie in formato elettronico. Alcune sono state pesantemente riadattate, altre sono rimaste com’erano originariamente.
Così, insieme al mio Editore nonché MaritoMartire Arcangelo, è nata l’idea di “Poesiole”, una raccolta di poesie sui temi più vari e disparati, scritte nell’arco di quasi 30 anni e che, in questo momento sento di voler condividere con chi avrà voglia di leggerle.

Io sono del parere che quando il talento c’è, ed è tanto, non possa fare a meno di strabordare. Qualunque cosa si faccia della propria vita, esso troverà sempre il modo di emergere. Ebbene, non è il mio caso. Io mi limito a maltrattare qualche parola componendo poesie alla mano e ad orecchio, semplici, che raccontano vissuti, emozioni, paure, speranze e desideri quotidiani e in cui, forse, qualcuno potrebbe ritrovare un po’ di sé.” – Monica Messa

Maria Bianchi Provazzi: Buona domenica a te

Layla Cavallaro:  Benvenuta, Monica  Grazie per essere qui con noi! Parto subito con la prima domanda
Scrivere è un modo di parlare di te o suggerire qualcosa agli altri? Grazie!

Monica Messa: Entrambe le cose. Innanzitutto perché credo che molti possano ritrovare un po’ di sé nella mia esperienza di vita. Ma ritengo anche che la poesia non possa essere fine a se stessa. Non ho la presunzione di poter insegnare niente a nessuno, ma penso che fornire spunti o suggerimenti, possa aggiungere valore a quello che scrivo.

Vittoria D’Alena:  Ciao Monica, benvenuta! Ti chiedo: c’è un’autrice, una poetessa alla quale sei particolarmente legata o che ha ispirato i tuoi scritti

Monica Messa: Ciao, inizialmente mi sentivo particolarmente ispirata da poeti. Da Neruda agli ermetici (questi ultimi per me sono stati una rivelazione). Ho anche amato Virginia Woolf e Frida Kahlo per la loro forza. Recentemente poi ho scoperto Wisława Szymborska. Adoro il suo modo di scrivere ironico, concreto e senza retorica. Seguo anche volentieri Cecilia Resio e la portoghese Golgona Anghel.

Viola Bruno: Ciao Monica, ho trovato folgorante l’ironia della tua presentazione, passando da Adams e la sua Guida Galattica fino alla consacrazione dell’incontenibile talento… di chi ce l’ha. E qui credo che tanto simpaticamente ti sbagli: tu sei senz’altro tra quelli.

E dunque… Ce la regali qui ed ora una delle tue poesiole?!!
(Ps: Fantastica la scelta della Passeggiata di Chagall per la copertina!!)

Vanna Brizio: Mi accodo a Viola! La tua presentazione mi ha messo voglia di conoscere le tue poesie

Monica Messa: Certo è un piacere. Vi propongo una poesia, che credo mi descriva abbastanza bene:

Solito orizzonte verso casa:
casermoni,
lastra d’asfalto,
un po’ di foschia.L’autoradio vocalizza
…ma io …
altrove
sono la mamma
attenta e materna
che stringe il suo corpo
a quello dei figli.Sono la figlia
devota e paziente
che ascolta
rimorsi
ricordi
e rimpianti.Sono la moglie
tollerante e adeguata
che frenetica volteggia
tra frasi e sorrisi.Sorella maggiore.
Amica distratta.
Casalinga svogliata.
Impiegata rampante.
Capelli avvolti in riccioli ardenti.
Vuoto perenne nei pantaloni.Un dipinto abbozzato
ai lati sbavato
come smalto sottile.Cerchio che non converge.
Anello che non si chiude.

Effimera e sfumata
come la foschia
che mi attende sotto casa mia.

Viola Bruno: Sorella maggiore.
Amica distratta
Casalinga svogliata.
Impiegata rampante.
Capelli avvolti in riccioli ardenti.
Vuoto perenne nei pantaloni.

La trovo bellissima, sinceramente, meraviglioso il ritmo di questo passaggio.
Grazie

Vanna Brizio: Molto bello, grazie. Mi ritrovo in molto di quello che scrivi

Monica Messa: Grazie a tutte

Flavia Guzzo: Monica Messa bellissima poesia!

Layla Cavallaro: Monica, cosa sono, o cosa rappresentano per te i social network? Che tipo di rapporto può nascere tra autore e lettore nei social? Qual è la tua esperienza?

Monica Messa: Frequento i social network da quando ci si collegava col modem e mio padre brontolava per le bollette telefoniche salate. Allora si chiamavano News Group e ho stretto amicizie con persone che continuo ancora a sentire attraverso i social e che altrimenti non avrei mai conosciuto. Sono una persona piuttosto timida e attraverso questi strumenti riesco ad essere più disinvolta. Dopo aver pubblicato il mio libricino di Poesiole, con l’aiuto del MaritoMartire abbiamo messo su una pagina fb “Poesiole di Monica Messa”. L’intento iniziale era quello di parlare di poesie, ma poi ci abbiamo preso la mano e abbiamo cominciato a metterci dentro anche curiosità e spunti d’Arte, nel senso più ampio e divulgativo del termine. Alla fine da essere uno strumento per pubblicizzare le Poesiole, è diventato una creazione a sé stante, che curiamo a quattro mani, divertendoci e attraverso al quale riesco a mantenere un contatto e uno scambio, anche in privato, con chi ha letto il mio libro.

Layla Cavallaro: Che meraviglia! Un angolo dove accogliente i vostri ospiti… Verrò a trovarvi

Monica Messa: Mi farebbe un immenso piacere

Vittoria Caiazza: Ciao Monica e complimenti intanto per la presentazione al tempo stesso brillante e spiritosa! Volevo chiederti se oltre a scrivere versi hai mai scritto qualcosa in prosa o se pensi di farlo.

Monica Messa: Grazie 😀 Non credo di avere una grande storia dentro di me da raccontare. A volte, mi diverto a descrivere aneddoti o riflessioni su argomenti di attualità, ma per il momento nulla di più, però non escludo che chissà, forse in futuro, potrei decidere di cimentarmi e vedere cosa ne vien fuori.

Dino Rosco: Ciao Monica. Inizio a farti tanti complimenti per la tua ironia e per il tuo saper tradurre in poesia sia temi leggeri che temi più impegnativi. Ho letto alcune delle tue poesiole e le trovo assolutamente deliziose. Scrivi di getto oppure ogni singola poesia è frutto di un lungo lavoro e di molti ripensamenti e correzioni? E ti capita mai di rileggere un tuo vecchio scritto e decidere di modificarlo, o quel che è fatto è fatto e preferisci impiegare energie in nuovi lavori

Monica Messa:Ciao, ti ringrazio 😀 Generalmente butto giù una struttura di base, una sorta di ossatura del testo. Ci sono parti che mi convincono a prima vista, altre che stralcio senza pietà e altre che rimaneggio pesantemente. Diciamo che mi piace molto sperimentare, non ho ancora uno stile tutto mio. Leggo molto altre poesie e cerco di introiettarle, fare miei gli argomenti e mescolarli col vissuto quotidiano. Io credo che una poesia nasca prima di tutto a livello inconscio, metterla su carta a volte è processo difficile e brutale, altre fluido e naturale.

Dino Rosco: Grazie Monica. Leggerò con molto piacere il tuo libro.

Monica Messa:: Grazie a te

Vittoria D’Alena:  Monica, a proposito di onestà intellettuale: l’Italia è notoriamente il paese dei santi, poeti e navigatori. Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo buttato giù qualche verso poetico, qualche rima. Ma oggettivamente: una poesia che tocca, sfiora, colpisce, entra nell’anima, rimane addosso, cosa deve contenere? Qual è la tua esperienza “tecnica”? Scrivi di getto, di “pancia” o costruisci l’impianto punto per punto?

Monica Messa: Bella domanda 😀 Cosa deve contenere una poesia? Innanzitutto deve essere comprensibile, leggo dei testi molto belli, ma non sono immediati, sono virtuosismi fini a se stessi. Poi deve trattare temi che chi scrive deve aver provato sulla propria pelle, nel bene e nel male, qualcosa che ha generato in lui emozioni, non basta più parlare di cuore e amore. Quanto a me, a volte è come se le parole gocciolassero dalla fronte sul foglio, altre invece sono costretta a spremere la mia povera vena poetica sperando che escano a fiotti, in ogni caso sto sperimentando, sento di non avere ancora uno stile tutto mio. Mi dispiace per i miei lettori/cavie, ma giuro che per stampare il mio libro nessun albero è stato strapazzato, perché Amazon li stampa solo quando ne viene fatta richiesta

Lucia Guttadauria: Ciao Monica. Bella poesia.

Volevo chiederti: Tu senti la bellezza? Grazie ,ciao!

Monica Messa: Sì, eccome se la sento, anzi diversamente da quanto pensassi, più passa il tempo e più la sento, è come se si aprissero altre finestre sensoriali. La sento nella Natura, nei Musei, nelle Persone. E’ un qualcosa che ti mette in pace con te stessa e col mondo. Ma se mi hai fatto questa domanda, credo che tu possa capirmi

Lucia Guttadauria: Grazie Monica. Sì credo di sì. Mi piacerebbe, se ti è possibile, scriverne un’altra di poesia. Grazie sempre.

Monica Messa: Per me è un grande piacere. Vi lascio una poesia scritta più di venti anni fa subito dopo aver letto “La poesia venne a cercarmi” di Pablo Neruda. Rimasi tanto colpita, che non potei fare a meno di scriverne una io stessa. E’ un po’ prolissa, credo sia la più lunga che abbia mai scritto, ma ci misi tutto, proprio tutto quello che sentivo in quel momento. E’ la mia preferita.

I miei occhi si sono sciolti in pianto.
Papaveri, campane, limoni,
spighe d’oro
conficcate nel cielo,
notti stellate,
acquazzoni
che lavano le serre.
Silenzi sconvolti
dal brusio dei pianeti,
ciclamini accaldati
come allegre comari.
Tutto io ho visto:
la luna
le stelle
i pianeti
i colori caldi
dei rossi gerani
il rimbombo dei gladioli.
Ma ho visto anche
fuoco, guerra, morte
e il sangue caldo
confuso coi gerani.
Tutto io ho visto
stesa sul pavimento freddo
con un pallido raggio
di sole ad illuminare la stanza
e un passero, forse,
a scrutare il mio gelo.
Ora tutto è sfumato
tutto è perduto, opaco,
il tempo è esploso
come una bolla di sapone
ed io sono di nuovo qui,
arida
con il rimpianto di sentire,
ma di non poterlo raccontare,
con la sensazione
di arrivare sempre troppo tardi.
Non semplici emozioni
ma passione palpitante:
il mio corpo percorso dal fremito
la mia mente a esplorare l’universo
e io che mi struggo
in questo incanto
e cerco di trattenere
la miriade di fili
che mi sfugge di mano.
Completa mi sentirei
se riuscissi a farlo,
al posto giusto nell’universo
come una fibra fatta
per essere lì in quel momento.
Ma raramente accade
e vivo in uno stato
di trasognata fantasia
perduta nel vuoto dei miei pantaloni.
Il mio cuore ha le ali spezzate,
ma cerca comunque di volare,
come potrei fermarlo?

Vedo tutto con occhi diversi,
ora che le mie dita
hanno sfiorato l’immenso
ora che i miei occhi
hanno forato le barriere dello spazio e del tempo
ora che il mio pianto
ha avuto un senso.
Vivida mi appare
la riva ma non so se sto per salpare
o per approdare,
se il mio viaggio è finito
o sta per iniziare.
Non importa,
mi arenerò comunque;
come un granchio
travolto da un’onda
tornerò sotto la sabbia,
al buio,
in attesa che il piede
scalzo di un bambino
mi riapra la strada
verso il mare
ed io possa di nuovo tentare …
Fino ad allora l’odore di salsedine
continuerà a tormentarmi,
io saprò che il mare è li
a pochi passi
ma non potrò fare altro che aspettare.

Lucia Guttadauria: Grazie! Poetessa!

Monica Messa: Grazie a voi oggi un po’ mi ci sento

Lucia Guttadauria: …no! Non devi…aspettare .Secondo me devi,puoi volare ancora più in alto!

Viola Bruno: Bellissima.

Angela Tringale:  Ciao Monica, complimenti anche da parte mia per la freschezza e la frizzante ironia che caratterizzano il tuo modo di accostarti alla scrittura. E complimenti anche per la scelta dell’immagine di copertina!  Adoro Chagall e acquisterei il libro anche solo per questo!

Da quando hai iniziato a scrivere hai sempre avuto accanto i tuoi genitori, tua nonna, adesso tuo marito, tutte persone alle quali hai sottoposto i tuoi componimenti. Quindi ti chiedo: Quanto contano per te, quando scrivi, il parere e il giudizio delle persone che stimi? Una eventuale critica ti blocca o ti sprona a fare di più, a migliorarti?

Monica Messa: E’ vero, ho sempre avuto persone fantastiche attorno a me, sono molto fortunata e il loro parere per me conta tanto, forse pure troppo. Non tutti mi hanno incoraggiata, anche se mi ascoltavano annuendo, alcuni di loro mi hanno aiutata a scovare eventuali sbavature, a notare se il testo era troppo prolisso o prosato. Però io sono testarda, nel bene e nel male, generalmente le critiche mi spingono a fare meglio.

Angela Tringale: Grazie, Monica!

Monica Messa: Grazie a te

Viola Bruno: Monica, una curiosità: ti capita mai di pensare ad un pubblico, ad un destinarario, mentre componi? Se sì, come lo immagini?

Monica Messa: Sì, lo immagino, anzi mi identifico in lui, non tanto quando compongo, piuttosto quando rileggo. Mi chiedo se quello che voglio comunicare sia comprensibile, se il lettore possa trovare qualcosa di sé e della sua esperienza personale nei miei versi e nelle mie parole, se le mie poesie possano sembrargli noiose, banali, retoriche o se possano emozionarlo. Ci penso anche nei giorni successivi al lettore, a come comunicare con lui sempre meglio. Il lettore io lo immagino come un ospite, una persona che, di sua volontà, decide per qualche minuto di entrare nel mio mondo e che per questo merita rispetto e onestà.

Viola Bruno: Credo che ciò si percepisca e che sia un bellissimo, accogliente, punto di partenza.

Monica Messa: Ne sono felice

Viola Bruno: Tra le tue poesie e ce n’è una che mi ha colpita molto, che immagino sgorgata da un cuore di mamma, che dedicherei a mio figlio, oggi stesso: “Granello di senape”.

Ti va di condividerla con noi e, sempre se ti va, di rivelarci se ciò che io vi ho letto corrisponde alla sua genesi?

Monica Messa:
Quel volto che un po’ al mio assomiglia
celato da fattezze maschili.
Investimento lieve e greve,
amore assoluto,
potenza di vita.
Un po’ t’inganno
parlandoti del mondo,
per lasciarti una speranza
con cui le difficoltà superare,
che sia abbastanza
e non si esaurisca
al primo dei naufragi
che dovrai affrontare:
nuota e combatti,
granello di senape,
impara testardo
quello che ti si potrà dare;
il resto cercalo, trafugalo,
strappalo, assimilalo,
affinché tu possa concepire
ragione e mistero
ed avere un unico padrone:
te stesso e il tuo pensiero.

Vittoria D’Alena: Bellissima

Vittoria Caiazza: Ma è bellissima! Complimenti!

Monica Messa: Ci hai visto giusto, questa poesia è dedicata al mio piccolo Granello di Senape, un cucciolone che ormai ha quasi 11 anni. Ho l’onore e l’onere di essere sua madre, di vederlo crescere giorno dopo giorno e la nostra ambizione è di dare a lui e a suo fratello tutti gli strumenti per affrontare le avversità che inevitabilmente incontreranno. Sicuramente saprete che la pianta di senape ha la caratteristica di avere una grande estensione nonostante il suo seme sia molto piccolo. Questo io gli auguro, gli auguro di crescere e fortificarsi, di sprigionare la sua potenza di vita e diventare un grande uomo

Vittoria D’Alena: Monica, hai dato voce a tutti i cuori delle mamme…grazie

Viola Bruno: Esattamente, concordo con Vittoria …È l’augurio più bello che possiamo rivolgere ai nostri granelli di senape (anche io ho un cucciolone di 12 anni…). Grazie di cuore

Monica Messa: Grazie a te

Flavia Guzzo: Bellissima presentazione, Monica!

Monica Messa: Grazie

Layla Cavallaro: Monica, autopublishing o casa editrice e perché?

Mi piacerebbe anche sapere se ti avventureresti mai in un genere diverso dalla poesia? Grazie

Monica Messa: L’idea del libro è nata un po’ per caso, è stato un modo per raccogliere e proporre le mie poesie ad amici e conoscenti, quindi l’autopublishing è stata la scelta più naturale. Non la rimpiango assolutamente, anzi la consiglio a chiunque voglia fare questa esperienza. Per il momento non sento di avere la capacità di scrivere un genere diverso dalla poesia, ma non escludo la possibilità di farlo in futuro. Purtroppo la quotidianità non mi lascia molto tempo per dedicarmi ad altro.

Monica Messa: Grazie a te.

Layla Cavallaro: Monica, se ora avessi dinanzi a te un quaderno pieno di righe bianche, vuote, cosa scriveresti?

Monica Messa: Eccomi mi scuso per il ritardo. Non sono molto brava a improvvisare e la famiglia mi richiedeva.

Nelle ringhiere ricamate
delle terrazze volteggiavano
i ritornelli e i miei sogni d’oro.
Erano così piccoli
che potevo portarmeli in giro
come lucciole nei barattoli.
Ora che sono ossa e carne
e che risplendono vivi attorno ai miei occhi,
mi avvolgo in questa stola di smeraldo
e sorrido verso il sole.

Layla Cavallaro: Non ti preoccupare, ci mancherebbe!
Questi tuoi versi sono vivi, ardenti. Di cuore.

Monica Messa: Grazie

Layla Cavallaro: Grazie a te!

Vittoria D’Alena: Cara Monica, ti ho già accennato che il tuo percorso è più o meno simile al mio. L’informatica è stata una grande passione giovanile che ho assecondato, ma l’amore per la letteratura, la filosofia e l’arte in genere è più duratura e stabile. Mi trovi d’accordo quando dici che alla fine tutto converge, che tutto serve per descrivere, analizzare e scoprire la vita. In tutti questi anni di “scorribande” tra le diverse discipline, ho imparato che Pitagora, Hobbes, Pascal, e più tardi Leibniz ( non parlo di Turing altrimenti non la finisco più, ma tu sai benissimo che descrisse il test nell’ambito di una domanda pressoché necessaria: le macchine possono pensare? e che l’informatica nasce con personaggi come lui che aiutavano a pensare prima di fare 🙂 ) hanno avuto la capacità di isolare il pensiero umano, di creare una specie di alfabeto del pensiero presupponendo un punto di partenza per tutte le verità. Alla luce di tutto ciò, e collegandomi alle tue riflessioni, ti chiedo: sei d’accordo con l’affermazione corrente e cioè che in questo momento storico l’informatica è la nuova filosofia?

Monica Messa: Sì sono perfettamente d’accordo e non solo per le tematiche che tu hai perfettamente citato, ma anche per le evoluzioni nell’immediato futuro. Oramai la gestione automatica delle informazioni è entrata nelle nostre vite più di quanto siamo disposti a credere e quelle informazioni le forniamo noi con le nostre preferenze, i nostri movimenti, le nostre scelte. Per non parlare di quanto le macchine intervengano nei luoghi di lavoro. Come gestiremo queste nuove situazioni? Ci faremo schiacciare o ne sfrutteremo le opportunità? Di domande come queste se ne potrebbero fare tante e il problema è molto ampio. Tutta materia di studio per i nuovi filosofi.

Vittoria D’Alena: Assolutamente d’accordo! bene, io ti saluto e ti ringrazio per la tua partecipazione e disponibilità. Tanti complimenti per le tue poesie, quelle che ho letto mi sono piaciute tanto. Approfondirò sicuramente  in bocca al lupo per tutto, cara Monica! aspettiamo che tu risponda alla domanda di Layla e poi chiudiamo l’intervista. Ciao, e grazie ancora!

Monica Messa:Grazie mille. La risposta è in arrivo. Richiede il giusto grado di concentrazione che negli ultimi minuti non ho potuto avere

Viola Bruno: desidero ringraziarti, la tua scrittura onesta, umile, ironica e profonda è stata per me una bellissima scoperta. Le tue poesiole, da domani occuperanno un posto speciale nella mia libreria (Tra Michele Mari e le sue Cento poesie d’amore a Ladyhawke e Milk and honey di Rupi Kaur )! Un grande in bocca al lupo, per qualsiasi cosa.

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Monica Messa: Che onore! Ti ringrazio

Monica Messa: Cari amici, sono contenta di aver trascorso questo pomeriggio insieme a voi e in generale di avere la possibilità di frequentare questo gruppo. Vorrei avere la vostra autorizzazione per raccogliere queste domande e le relative risposte in un post per il mio blog: poesiole.altervista.org. Inoltre, vi invito a mettere Mi piace alla mia pagina Facebook “Poesiole di Monica Messa” dove si parla di poesiole ma anche di molto altro. Auguro a tutti voi una serena serata.
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Vittoria D’Alena: Il piacere è stato tutto nostro, cara Monica :-)Quanto alla tua richiesta, vale lo stesso discorso per tutti i tuoi colleghi scrittori: il gruppo è chiuso, pertanto la condivisione non è possibile. Si può, però, copiare e incollare l’intero post. Buona serata a te!

Layla Cavallaro: ti ringrazio per essere stata con noi oggi! Per la tua disponibilità, gentilezza e delicatezza!
Ti auguro un cammino luminoso e pieno di gratificazioni! Grazie ancora

Monica Messa:Grazie a voi

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