Odi Alimentari

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 18 ottobre 2020.

E chi sarebbe capace di scrivere un’ode al cappero? Come fa Monica Messa? «Bocciolo rotondo e delicato/Riposi d’estate/nel segreto delle ceste/Piccola perla alabastro…»

Si sa che i laboratori di poesia non servono a far divenire poeta chi non lo è, ma sono estremamente utili a far emergere le potenzialità che si annidano latenti in tante persone che affidano i propri pensieri e le proprie emozioni ai versi. Questo laboratorio – che si è rivolto a una quarantina di persone – ha visto, come sempre accade in questi casi, l’emergere di scritture poetiche a volte straordinarie, altre volte assai belle o efficaci, altre volte ancora piuttosto gradevoli. Tra i vari “momenti” del laboratorio (giochi linguistici, metafora, similitudine, haiku) ve n’è stato uno che ha suscitato particolare interesse e ha dato notevoli frutti. È il passaggio dell’invitare i partecipanti a scrivere un’ode a un cibo. Ed è così che quasi tutti i testi prodotti sono stati di ottimo livello, tanto da far balenare l’idea di pubblicare un volumetto di “Odi alimentari”, quasi in contrapposizione alle “Odi elementari” di Pablo Neruda.  In questo volumetto il lettore troverà l’ode al pane e pomodoro e l’ode alla pasta al forno; l’ode alle tagliatelle e l’ode alla parmigiana, con un miscuglio di versi e di sapori da leccarsi le dita e da “gustare” gli scritti poetici.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.