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Ma quanti siamo?
Un esercito di poeti
di ogni età e provenienza.
Armati di matite e stilografiche,
di libri e tisane da fotografare.
Ah quanto soffriamo!
Ah quanto studiamo!
Che cultura, Signori miei!
Un pugno di parole
non si nega a nessuno,
te le soffio negli occhi,
le dispenso con prosopopea,
senza asterischi né schwa.
Eppure
basterebbe rimanere un po’ in ascolto,
calarsi per una volta in quel porto sepolto,
raccogliere una parola,
un frammento, un’idea.
Basterebbe smettere
di tessere tele e relazioni,
aprire la mano e mollare.
(Se una poesia c’è
si scriverà da sé).