Il mio sud

Profumo di cera e mortadella
passi trascinati dietro ai due Santi vestiti di nero,
acqua di cristallo che serra le caviglie,
gelato allo spungato che cola sulle dita,
la vite che si arrampica sul dorso della casa,
i gigli incandescenti che si piegano al maestrale.

Giocare a scopa all’imbrunire.
Non spiare le mie carte.
Ha il settebello.
Non buttare quel re.

Ed io che a quel sud non appartenevo,
come un granello di sabbia in un’ostrica un po’ schiusa.

Ho immaginato la mia identità altrove
ma un tronco, si sa,
non può andare troppo lontano
dalle sue radici.

Monica M

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