Scorrendo la time line, i nostri occhi si sono incontrati. Mi ha guardata un po’ beffarda, come se volesse dirmi:
“E beh? Ora cosa vuoi fare?”.
“Vuoi fare cosa?”
“Della tua vita, del tuo futuro, cosa ne vuoi fare?”
L’ho guardata meglio. Non era bellissima. Di lei so molto poco, ho letto solo un suo libro un po’ controvoglia, forse perché non avevo l’età giusta per apprezzarlo. Quello che vedo è uno sguardo interrogativo ed ironico, capelli tirati indietro, viso lungo e labbra definite.
Immagino che non debba essere stato facile essere donna più di un secolo fa. Deve aver avuto tenacia e coraggio per affrontare i lutti, gli abusi, le crisi depressive, per rinunciare alla sua vita.
“Non so molto di te, Signora, tu cosa vuoi da me?”
“Niente, ti guardo e dentro di me sorrido”
“Ehm !!??”
“Sorrido perché sei un po’ ridicola. Ti avvolgi in quello scialle per tenerti calde le spalle, ma si vede chiaramente che serve a farti sentire protetta, a contenerti, a nasconderti. Guarda me, esibisco questo bel collo di pelliccia, volpe direi, sono una persona di buona famiglia, un’intellettuale, tu cosa sei? Non ti sei riuscita neanche a descrivere in due parole nella biografia di facebook … Sei una mamma attenta? Una figlia devota? Una moglie adeguata? Sorella maggiore, amica distratta, casalinga svogliata? Impiegata rampante, con i capelli avvolti in riccioli ardenti e vuoto perenne nei pantaloni? Che cosa sei? E soprattutto, ora che i tuoi figli sono più grandi, che non vivono più in simbiosi con te, cosa ne vuoi fare della tua vita? Non hai più scuse, sei una donna adulta ormai!”
“Signora, mi imbarazza un po’ parlare di me su questa bacheca, mi sento addosso gli occhi di tutti … Cosa sono? Se proprio ci dovessi pensare direi che mi sento come un dipinto abbozzato, ai lati sbavato come smalto sottile, un cerchio che non converge, un anello che non si chiude, effimera e sfumata, come foschia. E come foschia un giorno svanirò, non posso ambire ad altro che a lasciare qualche goccia di rugiada, solo un ricordo vago per chi mi sta più accanto”.
Continua a guardarmi, non mi parla più. Lei che fu attivista all’interno dei movimenti femministi per il suffragio delle donne e che rifletté più volte, nelle sue opere, sulla condizione femminile, forse non è fiera di me.
Lascio scorrere la rotellina del mouse, la vedo salire. Poi torno indietro, salvo la sua foto e la metto accanto ad una delle mie. E le lascio così, una di fronte all’altra, senza la minima pretesa di accomunarmi a lei. Due donne di secoli diversi, vissuti diversi, che questo social, come una macchina del tempo, per qualche minuto ha fatto incontrare.
Buon compleanno Virgy! <3